Note sul 2 Luglio: nel Bicentenario della Indipendenza del Brasile a Bahia
Cyro de Mattos
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)


                                                                                                                                                     Nuovi Percorsi/Sarapegbe 2 luglio 2023
Ero uno studente del corso classico al Colégio da Bahia (Centrale) quando sentii dire dal professor Luís Henrique Dias Tavares che Bahia e il Brasile sono inseparabili. Il mio professore era un uomo di  piccola statura, ma custodiva nel cuore un forte amore, e nella ragione una grande conoscenza dei percorsi storici di Bahia. In quel 1956, in classe, osservai che questa unione derivava dal fatto che il Brasile conquistò la sua vera Indipendenza in suolo baiano. I mari della Bahia de Todos os Santos, a loro volta, diedero il loro abbraccio a questo suolo in modo tale che i baiani potessero liberarsi dal giogo dell'impero portoghese.

Il movimento sociale e militare, iniziato il 19 febbraio 1822, conquistò la vittoria  il 2 luglio 1823. Il 2 Luglio  divenne una data importante per il popolo baiano che la festeggia ogni anno con animo, forza e vita. Celebra un movimento desideroso di incorporare l’allora provincia all'unità nazionale brasiliana. Un movimento veemente, con cui il sentimento federalista diffondeva verità nello spirito emancipatore del popolo di Bahia.

L'indipendenza del Brasile a Bahia non ebbe luogo negli uffici e nelle sale, ma avvenne in strada, sui campi di battaglia, con morti e feriti. Potè contare sulla partecipazione decisiva del popolo come protagonista. Popoli indigeni, schiavizzati liberati, gente umile di classi basse. Le figure di comando svolsero un ruolo significativo nel corso della lotta. Il generale Labatut si distinse come comandante delle nostre forze militari in terra, mentre Lord Cochrane fu responsabile della sorveglianza della Baía de Todos os Santos.  
                                                         
         Em: https://www12.senado.leg.br/noticias/materias/2018/07/27/lei-inclui-nomes-de-martires-baianos-no-livro-dos-herois-e-heroinas-da-patria

È importante menzionare la figura della martire Joana Angélica, morta per impedire ai portoghesi di occupare il convento di Lapa. E poi c'è la figura Maria Quitéria, una donna coraggiosa che lottò contro gli avversari portoghesi nel Recôncavo. Vestita con una uniforme da soldato, arma alla mano, combatté con insolito coraggio contro i portoghesi a Barra do Paraguaçu, a Santo Amaro e a Cachoeira. Ricordiamo anche Maria Felipa, una afrodiscendente raccoglitrice di molluschi, una donna che ordinò ad altre donne afrodiscendenti di sedurre i portoghesi, cosicchè alcune donne potevano incendiare le loro imbarcazioni.
             
Si dice che nella battaglia finale, João das Botas, un marinaio portoghese che rispondeva agli ordini del principe Pedro, grazie alle sue conoscenza, istruì Cachoeira, Santo Amaro e São Francisco do Conde nell'armamento e nel comando delle barche per poter combattere contro la flotta portoghese. La sua azione fu importante per trionfare in quella guerra.

In realtà, nessuno sa con certezza come esattamente il trombettiere Luís Lopes sia rimasto nel cuore dei baiani. Che la versione della storia raccontata sia veritiera o no, tutto diventa sempre più intrigante e allo stesso tempo nebuloso. Sull’accaduto, ciò che si sa è che lui partecipò al conflitto connosciuto come Battaglia di Pirajá. Si diffuse nell’immaginario popolare la storia che invece del suono della “ritirata", lui eseguì il suono di "cavalleria avanti!" e, subito dopo, quello di “arrendetevi”. Le truppe portoghesi finirono per andare in ritirata, immaginando che i brasiliani avessero ricevuto rinforzi.
                                                       

Il movimento che provocò l'indipendenza del Brasile a Bahia spinse Castro Alves, il poeta più amato dai baiani, a scrivere una poesia dai versi magnifici. La poesia "Ode ao Dois de Julho", in un discorso eloquente, dedica versi alle immagini ardenti di speranza e libertà, che appaiono insieme in un'unica voce che evoca una battaglia tra oscurità e luce. Il libertario costruttore di una poetica solidale con la schiavitù dei neri africani, ora con versi incandescenti di speranza, canta la Libertà come il sentimento più prezioso che coinvolge i baiani sul palcoscenico del confronto. Come fidanzata del sole, la Libertà, questa pellegrina sposa del futuro, diventa una fonte di ispirazione per l'estro del poeta di alta voce “condoreira”.
Trascriviamo di seguito, a conclusione di queste note sul Dois de Julho, la poesia del geniale poeta baiano.
Ode ao Dois de Julho
 
Era no Dois de julho. A pugna imensa
Travara-se nos cerros da Bahia...
O anjo da morte pálido cosia
Uma vasta mortalha em Pirajá.
"Neste lençol tão largo, tão extenso,
"Como um pedaço roto do infinito...
O mundo perguntava erguendo um grito:
"Qual dos gigantes morto rolará?!..."

Debruçados do céu... a noite e os astros
Seguiam da peleja o incerto fado...
Era a tocha — o fuzil avermelhado!
Era o Circo de Roma — o vasto chão!
Por palmas — o troar da artilharia
Por feras — os canhões negros rugiam!
Por atletas — dois povos se batiam!
 
Não! Não eram dois povos, que abalavam
Naquele instante o solo ensanguentado...
Era o porvir — em frente do passado,
A Liberdade — em frente à Escravidão,
Era a luta das águias — e do abutre,
A revolta do pulso — contra os ferros,
O pugilato da razão — com os erros,
O duelo da treva — e do clarão!...

No entanto a luta recrescia indômita...
As bandeiras — como águias eriçadas —
Se abismavam com as asas desdobradas
Na selva escura da fumaça atroz...
Tonto de espanto, cego de metralha,
O arcanjo do triunfo vacilava...
E a glória desgrenhada acalentava
O cadáver sangrento dos heróis...
............................................................................................
Mas quando a branca estrela matutina
Surgiu do espaço... e as brisas forasteiras
No verde leque das gentis palmeiras
Foram cantar os hinos do arrebol,
Lá do campo deserto da batalha
Uma voz se elevou clara e divina:
Eras tu — Liberdade peregrina!
Esposa do porvir — noiva do sol!...

Eras tu que, com os dedos ensopados
No sangue dos avós mortos na guerra,
Livre sagravas a Colúmbia terra,
Sagravas livre a nova geração!
Tu que erguias, subida na pirâmide,
Formada pelos mortos do Cabrito,
Um pedaço de gládio — no infinito...
Um trapo de bandeira — n'amplidão!...

 


© SARAPEGBE
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Cyro de Mattos. Nato ad Itabuna (Bahia) nel 1939. Giornalista, avvocato, scrittore, poeta, saggista. Membro del seggio n. 22 dell’Academia de Letras da Bahia . Membro dell’Academia de Letras de Ilhéus e di Itabuna. jornalista, advogado, contista, novelista, romancista, poeta, ensaísta. Ha pubblicato più di 60 libri, di diversi generi, ed ha organizzato dieci antologie e collezioni. Le sue opere sono state pubblicate anche in Portogallo, Italia, Francia, Spagna, Germania, Danimarca, Russia e Stati Uniti. Ha ricevuto premi letterari in Brasile e all’estero: tra di essi il Prêmio Nacional de Ficção Afonso Arinos, della Academia Brasileira de Letras , con il libro "Os Brabos"; Premio Jabuti (menzione d’onore), per l’opera "Os Recuados", Premio della APCA con il libro per ragazzi “O Menino Camelô, Prêmio Nacional de Poesia Ribeiro Couto, con il libro “Cancioneiro do Cacau”, Prêmio Nacional de Ficção Pen Clune do Brasil per il romanzo “Os Ventos Gemedores” e Prêmio Nacional Cidade de Manaus, per il libro “Histórias de Encanto e Espanto”. Per dieci volte al primo posto nei concorsi letterari della Uniao Brasileira de Escritores (Rio). Ha ottenuto il secondo posto per l’opera pubblicata nel Concorso Internazionale di Letteratura Maestrale Marengo d’Oro, Genova, Italia, con il libro “Cancioneiro do Cacau” e secondo posto per l’opera inedita con il libro “Poemas escolhidos/Poesie scelte”. E’ stato uno dei quattro finalisti del Prêmio Internacional de Literatura da Revista Plural, in Messico, con la novella  “Coronel, Cacaueiro e Travessia”. Nel 2020 ha ricevuto il Premio Conjunto de Obra della Academia de Letras da Bahia e Eletrogóes. É membro del Pen Clube do Brasil. Primo Dottore Honoris Causa della Universidade Estadual de Santa Cruz (Bahia). Premiato con la Medalha Zumbi dos Palmares dalla Camera Municipale di Salvador (2020).
 
Traduzione dal portoghese di Antonella Rita Roscilli
 

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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Anotações sobre o Dois de Julho: o Bicentenário da Independência no Brasil na Bahia
por

Cyro de Mattos

                                                                   
                                                               
                  
                                                                                                                   Nuovi Percorsi/Sarapegbe, 2 luglio 2023
Eu era aluno do curso clássico no colégio da Bahia (Central) quando escutei de meu professor Luís Henrique Dias Tavares que a Bahia e o Brasil são inseparáveis. Meu professor era um homem de estatura pequena, mas que carregava no coração um forte amor e na razão um grande saber pelos caminhos históricos da Bahia. Observara em sala de aula, naqueles idos de 1956, que essa união insuperável procedia do fato de que o Brasil exerceu sua verdadeira independência em solo baiano.  Os mares da Bahia de Todos os Santos por sua vez deram seu abraço no entorno deste solo para que os baianos se libertassem do jugo do império português.

O movimento social e militar, iniciado em 19 de fevereiro de 1822 teve seu desfecho vitorioso em 2 de julho de 1823. O Dois de Julho tornou-se data importante para o povo baiano, que a festeja todos os anos com alma, força e vida.  Celebra um movimento desejoso de incorporar a então provincia na unidade nacional brasileira. Um movimento assim veemente com o qual o sentimento federalista latejava verdades no espírito emancipador do povo baiano. 

A independência do Brasil na Bahia não foi feita em gabinetes e salões, aconteceu nas ruas, nos campos de batalhas, com mortos e feridos. Contou com a participação decisiva do povo como protagonista. Indígenas, escravos libertos, gente humilde das classes baixas. Figuras de comando tiveram performance significativa no desenrolar da pugna. Sobressai o general Labatut como comandante de nossas forças militares no seco, enquanto Lord Cochrane foi o responsável pela guarda da Baía de Todos os Santos.
                                                                   
         Em: https://www12.senado.leg.br/noticias/materias/2018/07/27/lei-inclui-nomes-de-martires-baianos-no-livro-dos-herois-e-heroinas-da-patria

É imperioso mencionar a figura da mártir Joana Angélica, morta ao impedir que os portugueses tomassem o convento da Lapa.  E a de Maria Quitéria, valorosa mulher que combateu os adversários portugueses no Recôncavo.  Vestida numa farda de soldado, com a arma na mão, lutou com coragem incomum contra os portugueses na barra do Paraguaçu, em Santa Amaro e Cachoeira. Houve também Maria Felipa, uma negra catadeira de marisco, a mulher que comandou mulheres negras para seduzir os portugueses enquanto outras queimavam suas embarcações.

Fala-se que, na batalha final, João das Botas, um marinheiro português que aderiu à autoridade do príncipe Pedro, com o seu conhecimento instruiu Cachoeira, Santo Amaro e São Francisco do Conde na armação e comando dos barcos para combater a frota portuguesa. Foi singular sua atuação como trunfo na guerra.

Noutros falares, de como exatamente o corneteiro Luís Lopes tenha ficado no coração dos baianos ninguém sabe ao certo. Se a versão da história contada é verídica ou não, tudo se torna mais intrigante e ao mesmo tempo nebuloso. Sobre o assunto o que se sabe é que ele participou do conflito conhecido como a Batalha de Pirajá. Propaga-se no imaginário popular que em vez do toque de “recuar”, deu o sinal de “cavalaria avançar” e, em seguida, o de “degolar”. E quem acabou partindo em retirada foram as tropas lusitanas, imaginando que os brasileiros tinham recebido reforços.
                                                                   

O movimento que deflagrou a independência do Brasil na Bahia motivou a Castro Alves, o poeta mais amado dos baianos, a escrever um poema de versos magníficos. O poema “Ode ao Dois de Julho” vem expresso com o discurso eloquente, versos nas imagens candentes da esperança e da liberdade, aparecendo juntas numa só voz que evoca a peleja da treva e do clarão.  O libertário construtor de uma poética solidária sobre a escravidão dos negros africanos, agora com versos incandescentes de esperança, canta a liberdade como o sentimento mais valoroso que envolve os baianos no palco do confronto.  Como noiva do sol a liberdade, essa peregrina esposa do porvir, faz-se motivo de inspiração ao estro do poeta de alta voz condoreira.    

Transcrevemos abaixo, como o final dessas anotações sobre O Dois de Julho, o poema do genial poeta baiano:
                                                                      Ode ao Dois de Julho
 
Era no Dois de julho. A pugna imensa
Travara-se nos cerros da Bahia...
O anjo da morte pálido cosia
Uma vasta mortalha em Pirajá.
"Neste lençol tão largo, tão extenso,
"Como um pedaço roto do infinito...
O mundo perguntava erguendo um grito:
"Qual dos gigantes morto rolará?!..."

Debruçados do céu... a noite e os astros
Seguiam da peleja o incerto fado...
Era a tocha — o fuzil avermelhado!
Era o Circo de Roma — o vasto chão!
Por palmas — o troar da artilharia
Por feras — os canhões negros rugiam!
Por atletas — dois povos se batiam!
Enorme anfiteatro — era a amplidão!

Não! Não eram dois povos, que abalavam
Naquele instante o solo ensanguentado...
Era o porvir — em frente do passado,
A Liberdade — em frente à Escravidão,
Era a luta das águias — e do abutre,
A revolta do pulso — contra os ferros,
O pugilato da razão — com os erros,
O duelo da treva — e do clarão!...

No entanto a luta recrescia indômita...
As bandeiras — como águias eriçadas —
Se abismavam com as asas desdobradas
Na selva escura da fumaça atroz...
Tonto de espanto, cego de metralha,
O arcanjo do triunfo vacilava...
E a glória desgrenhada acalentava
O cadáver sangrento dos heróis...
............................................................................................
Mas quando a branca estrela matutina
Surgiu do espaço... e as brisas forasteiras
No verde leque das gentis palmeiras
Foram cantar os hinos do arrebol,
Lá do campo deserto da batalha
Uma voz se elevou clara e divina:
Eras tu — Liberdade peregrina!
Esposa do porvir — noiva do sol!...

Eras tu que, com os dedos ensopados
No sangue dos avós mortos na guerra,
Livre sagravas a Colúmbia terra,
Sagravas livre a nova geração!
Tu que erguias, subida na pirâmide,
Formada pelos mortos do Cabrito,
Um pedaço de gládio — no infinito...
Um trapo de bandeira — n'amplidão!...





 
 
Cyro de Mattos (Itabuna, 1939). Jornalista, advogado, contista, novelista, romancista, ensaista. Membro da cadeira 22 da  Academia de Letras da Bahia. Membro das Academias de Letras de Ilhéus e Itabuna. Já publicou mais de 60 livros, de diversos gêneros, bem como organizou dez antologias e coletâneas. É também editado em Portugal, Itália, França, Espanha, Alemanha, Dinamarca, Rússia e Estados Unidos. Possui prêmios literários no Brasil e exterior, e, entre eles, o Prêmio Nacional de Ficção Afonso Arinos, da Academia Brasileira de Letras, com o livro "Os Brabos"; Prêmio Jabuti (menção honrosa), para o livro "Os Recuados", Prêmio da APCA para o livro infantil “O Menino Camelô, Prêmio Nacional de Poesia Ribeiro Couto, com o livro “Cancioneiro do Cacau”, Prêmio Nacional de Ficção Pen Clube do Brasil para o romance “Os Ventos Gemedores” e Prêmio Nacional Cidade de Manaus, para o livro “ Histórias de Encanto e Espanto”, dez vezes primeiro lugar nos concursos literários da União Brasileira de Escritores
(Rio). Obteve o segundo lugar para obra publicada no Concurso Internacional de Literatura Maestrale Marengo d’Oro, Gênova, Itália, com o livro “Cancioneiro do Cacau” e segundo lugar para obra inédita com o livro “Poemas escolhidos/Poesie scelte”. Foi um dos quatro finalistas do Prêmio Internacional de Literatura da Revista Plural, no México, com a noveleta “Coronel, Cacaueiro e Travessia”. Em 2020 recebeu o Prêmio Conjunto de Obra da Academia de Letras da Bahia e Eletrogóes. É membro do Pen Clube do Brasil. Primeiro Doutor Honoris Causa da Universidade Estadual de Santa Cruz (Bahia). Premiado com a Medalha Zumbi dos Palmares pela Câmara Municipal de Salvador (2020).


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